sabato 29 settembre 2007

dilemmi...

ciao ragazzi, per questo freddo fine settimana vi propongo un dilemma che mi attanaglia da un paio d'anni.



"preferisci un medico che ti ignora mentre guarisci o uno che ti tiene la mano mentre muori?"


ditemi la vostra ragassi e ragasse...

sabato 22 settembre 2007

modi di dire...

Per questo primo post autunnale torno a parlarvi della mia città e in particolare di uno dei suoi simboli: il ponte di Rialto.

Tutti lo hanno visto almeno una volta, chi dal vivo, chi in cartolina, foto, giornale o tv.

Ma a me piace raccontarvi le storie della Venezia nascosta, della Venezia popolare, non quelle che si leggono sulle guide.
E quella che vi vado a narrare è sicuramente una delle più divertenti.

La costruzione del ponte di Rialto, come oggi noi lo vediamo, è stata un'opera ingegneristica frutto di abilità e di tanta esperienza.
Non tutti credevano che sarebbe stata possibile, ma alla fine il ponte in pietra è ancora lì, dopo oltre quattrocento anni.

Fu nel lontano 1525 che venne indetto una sorta di concorso pubblico per la realizzazione del ponte in pietra, al quale parteciparono i maggiori architetti dell'epoca. Tra i vari progetti, alcuni anche molto stravaganti, come quello che prevedeva la costruzione, sopra il ponte, di un palazzo pubblico con numerosi piani, possediamo quello di Andrea Palladio, con un ponte a tre arcate di ispirazione classicheggiante.

Altre opere furono presentate da Jacopo Sansovino, il Vignola e più tardi da Andrea da Ponte, Vincenzo Scamozzi e Alvise Boldù.
Rimaneva il fatto che si continuava a tergiversare, e i veneziani, si sa, sono un popolo dotato di un'enorme pazienza, ma anche di uno spiccatissimo senso dell'umorismo.


Il progetto vincente si rivelò quello a navat aunica di tale Andrea da Ponte.
La prima pietra fu posata l'8 giugno 1588 e dopo tre anni era "quasi" finito. Il costo fu di 250.000 ducati.
Il cronista dell'epoca ci dice che era fatto con un sol arco ("in uno volto... senza alcun pallo in acqua") e l'8 giugno 1588 annota: "giorno de zioba alle 18 ore, fu gettata la prima pietra di marmoro nella fondamenta del ponte novo dalla parte di Rialto et furono sbarate alcune codete de fero per segno di allegrezza, et vi fu el sagrestano della chiesa de S. Giacomo, con la cotta et stolla aspergendo con acqua santa".
Sull'arco vennero poste le tre figure dell'Annunciazione, bassorilievi opera di Agostino Rubini: in corrispondenza della testata di sinistra l'Arcangelo Gabriele, su quella di destra la Madonna ed al centro, sulla chiave di volta, la Colomba dello Spirito Santo. Quasi un sigillo per una città che si è sempre identificata con la Madonna e che pone il proprio "dies natalis" il 25 marzo, giorno dell'Annunciazione.
I lunghi anni di diatribe sul fatto di costruire o non costruire un ponte di pietra era diventato un attuale argomento di conversazione anche tra il popolo che frequentava il mercato di Rialto: anche questa gente comune e semplice si era schierata tra chi sosteneva che il ponte sarebbe stato fatto e chi invece sosteneva di no, se non addirittura che sarebbe crollato.

Tanta era la fiducia che i veneziani riponevano nella costruzione del ponte che salutavano spesso ogni discorso che lo riguardasse con due affermazioni piuttosto colorite che stavano a sottolineare la lentezza dei lavori:

"El sarà pronto col casso metarà l'ongia"


"I lo finirà quando a mona ciaparà fogo!"





Io non ve le traduco per carità cristiana, ma sono di facile compresione.



Ma l'ironia e la sagacia non sono tipiche solo del popolo lagunare, ma anche dei suoi rappresentanti più illustri: ultimati i lavori di costruzione del ponte infatti, nel vicino palazzo dei Camerlenghi, il Senato della Repubblica volle dare una "lezione" al poco riconoscente popolo.

Eresse due capitelli, uno raffigurante un satiro con un dito in mezzo alle gambe,




e l'altro riportante l'effige di una donna con una fiamma fra le cosce.


che dire...

io mi inchino ancora oggi ad ogni passaggio...

venerdì 14 settembre 2007

mi arrendo...



Ogni tanto mi diverto a raccontarvi delle stranezze che mi capitano qui in albergo, e voi vi divertite a sentirle, ma vi assicuro che questa mail che ho ricevuto le batte tutte.

Tenetevi forte...



Il servizio delle riserve Venere lo indica que la mia riserva per il periodo dal 18 al 23 ottobre 2007 è stata annullato dovuto gli errori nella mia carta di credito. È stessa quella con quella che paga al mio soggiorno precedente l'anno scorso loro.

Nel provare a farli riserva con un'altra scheda vedo che singolo posso scegliere ad un altro tipo di stanza di ma di prezzo.

Se non avessero disponibilità con dirla era abbastanza e non montare la storia della scheda. Il suo hotel me che gradisco, per quel motivo stava andando restituire questo anno.

Se hanno disponibilità di stanza per la data indicata nella riserva di Venere e lo stesso prezzo sarebbero thankful a lui che lo hanno formalizzato che prende ancora i dati dalla mia fattura dell'anno scorso. La scheda è stessa quella.


Se non hanno il rifornimento, sarà ancora. Ci è ma hotel in Venezia.

Giustificazioni dal mio italiano.

Saluti



...credo non serva aggiungere altro, se non che il signore in questione è pregato di stare il più lontano possibile dall'albergo "che me gradisco" almeno fin tanto che la sottoscritta ci lavorerà dentro.

sabato 8 settembre 2007

hollywood trema...


ma ce n'era veramente bisogno?

non so se avete già letto (e retto) la notizia, ma Francesco Coco dà l'addio al calcio - anche se secondo me è veramente difficile dire addio ad un mondo che non si è mai conosciuto - e si lancia nella carriera di attore ad Hollywood.

Credo che De Niro stia tremando...

le case delle nonne

Esiste una tipologia di abitazioni i cui standard qualitativi permangono immutati da secoli e secoli: le case delle nonne.
Queste accoglienti "tane" sono caratterizzate, da nord a sud, dall'Europa all'Asia, dall'Alaska all'Antartide, da una serie di archetipi riconoscibilissimi e congelati nel tempo.
Andremo ora quindi a passare in rassegna quali sono gli oggetti che fanno di un'abitazione una vera, unica, originale, terrificante

CASA DELLA NONNA.



1 - Il cane di ceramica: non c'è casa della nonna che si rispetti che non abbia in bella mostra in salotto un cane di ceramenica delle più svariate forme, dimensioni e razze.
La cosa agghiacciante è che questo ti guarda fisso fisso e se sei un bimbo, la cosa ti inquieta non poco.








Un po' quello che deve provare il domestico di Renato Balestra ogni volta che se lo trova in giro per casa.










2 - Il pagliaccio di vetro: nella casa della nonna che si rispetti un pagliaccio di vetro simpatico come la morte vi osserverà coi suoi occhi fissi e vitrei dall'alto di un mobile del salotto.
A parte che ci sarebbero milioni di soggetti più simpatici da realizzare in vetro, ma perchè poi chi li possiede li mette in bella vista in quella posizione particolare per la quale in qualsiasi punto della stanza voi vi troviate esso vi guarda dritto negli occhi e in caso di penombra sembra anche munito di un appuntito coltello?




















Posso quindi affermare senza dubbi che Stephen King è cresciuto dalla nonna e da questo periodo trae ispirazione per i suoi romanzi più agghiaccianti.



3 - E veniamo quindi alla parentesi più agghiacciante dell'intero racconto: l'angolo delle bomboniere.
C'è un angolino, ma neanche tanto piccolo per la verità, a casa della nonna, dove sono raccolte tutte, e sottolineo tutte, le bomboniere di famiglia dal primo dopoguerra in poi.
Cigni di cristallo, scatoline delle più svariate forme, pupazzi, pupazzetti, angeli e angioletti stanno lì a ricordarti di quando hai fatto la prima pipì sul vasino.

In realtà la pipì sul vasino merita una menzione a parte per il solo fatto che tutte le nonne del mondo amano arricchire le vetrine del salotto con la tua foto ormai ingiallita mentre seduto sul vasino, nudo come Alessia Fabiani ti cimenti nell'immane sforzo e solitamente guardi l'obbiettivo con fare tra l'implorante e il rapimento mistico.

...continua

lunedì 3 settembre 2007

grazie...




grazie per le emozioni che ci regali,

grazie per le vittorie conquistate,

grazie per essere così "normale" nella tua straordinarietà,

grazie per essere sempre così leale,

grazie per il tuo saper sempre essere uno sportivo vero.

sabato 1 settembre 2007

sottoscrizione pro-balua





Citando un mio amico...


In virtù dei poteri da me medesima conferitami, e soprattutto perchè mi va, e la trovo una cosa bella, dichiaro a tutti i miei amici del circolo blog, e non solo, che da oggi (anzi, da ieri), mi accollerò tutte le noie, le rotture di palle, le giornate no, le tristezze, le seccatture, le preoccupazioni e i cattivi pensieri della Zia Balua.
Come giustamente ha sottolineato Kai stiamo tutti godendo e partecipando alla sua immensa felicità, e mi sembrava giusto ricambiare in qualche modo.

Essendo che essa in questo periodo custodirà il gioiello più prezioso, apro ufficialmente le iscrizioni a chiunque voglia contribuire al raggiungimento del fine preposto: HAPPY BALUA = HAPPY FAGIOLINO