venerdì 30 gennaio 2009

L'Italia che vorrei.






Mi piacerebbe che il mio paese fosse diverso.
Mi piacerebbe che Eluana fosse dolcemente accompagnata verso la fine senza che persone, giudici, politici e semplici opinionisti si impadroniscano del suo corpo e di quel che resta della sua esistenza.
Mi piacerebbe che la democrazia fosse ancora un valore, che si potesse dire apertamente e liberamente quello che si pensa senza paura di ritorsioni o censure.

Mi piacerebbe che il mio paese non permettesse leggi/decreti e azioni razziste come la chiusura degli ambulatori per immigrati.

Mi piacerebbe che il mio paese non fosse così apertamente xenofobo e reazionario, piduista e filo-mafioso.
Mi piacerebbe che bambini disabili non fossero costretti a subire abusi da altissimi prelati e che venissero poi costretti al silenzio.

Mi piacerebbe tanto che un personaggio di spicco e arte come Bolle non si sentisse costretto a sparare balle e ritrattare il suo outing.
Mi piacerebbe che uno come Povia si fosse reso conto della vaccata partorita senza che migliaia di persone glielo facessero notare.

Eh si, mi piacerebbe tanto che il mio fosse un paese migliore, ma non è così.

Mi piacerebbe soprattutto che le regole fossero uguali per tutti, grandi, piccoli, pubblici, privati, prelati, laici, destrorsi, sinistrorsi, ghei, lesbiche, etero o confusi.

E invece ancora una volta ci dimostriamo il paese di Pulcinella, e ancora una volta mi sento costretta a vergognarmi della mia italianità.



Sono passati solo due giorni dalla Giornata della Memoria, rifatevi gli occhi e giugete da soli alle vostre conclusioni:

"Io so che le camera a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dire se abbiano fatto morti oppure no, perchè non ho approfondito la questione"

"Il polverone nasce dalla carica di emotività che evoca la sola parola camera a gas, divenuta simbolo di un argomento del quale dovrebbero parlare solo gli specialisti.
I sei milioni di morti derivano da quello che il capo della comunità ebraica tedesca disse agli anglo-americani subito dopo la liberazione, nella foga ha sparato una cifra"

Sono passati pochi giorni dalla decisione presa da questo papa così moderno, aperto e per niente conservatore di ritirare la scomunica ai religiosi tradizionalisti lefebvriani che negano apertamente l'esistenza della shoa, che il loro massimo esponente in area triveneto, don Floriano Abramovich, se ne esce con queste amene affermazioni.

Ma non contento ci dà anche una sua personale visione della politica, prestate attenzione:
"La pena di morte di per sè non è riprovevole, ma lo diventa in mano alla nostra società, che non è in grado di gestirla. Lo stesso vale per il genocidio.

Politicamente mi sento vicino alla Lega Nord, visto il loro maggiore attaccamento al rito cattolico tradizionale".
C'è da dire che la Lega in formazione compattissima si è allontanata il più possibile da Don Floriano e le sue dichiarazioni, e che tutti, ma proprio tutti i politici di spicco, dal mio sindaco a Galan hanno chiesto con veemenza l'allontanamento di Abramovich e la dismessa dell'abito talare.

Sono proprio curiosa di leggere le reazioni della Santa Sede, ma ho come l'impressione che finirà tutto a tarallucci e vino, come si confà ad un paese come il nostro.

giovedì 22 gennaio 2009

Giuseppe era idiota.






"Luca è un bambino infelice, con una mamma gelosa e possessiva, che riversa su di lui le frustrazioni di un matrimonio andato male ( “mi parlava sempre male di papà mi diceva non ti sposare mai“);

Mia madre non da quando avevo più o meno tre anni non fa altro che ripetermi di non sposarmi e - testuali parole - trombarmeli tutti. Se mai dovessi diventare ghei credo che la citerò per danni, e poi citerò anche tutte le femministe stronze del mondo con le loro stupide idee sul matrimonio.
Insomma, voglio dire, se un bambino assiste per anni a un matrimonio infelice, a liti continue, alla prevaricazione costante di un genitore nei confronti dell'altro, che scappatoia ha se non diventare ghei? No, per dire...

Il padre, evidentemente esasperato, “stava fuori tutto il giorno“, beve fino a quando va via di casa. La figura del padre viene ’sublimata’ da un uomo più grande di lui che gli fa conoscere l’amore, il sesso e lo conforta: una storia di sospetta pedofilia, tanto che è lo stesso Luca a temere che possa essere arrestato e toglie di mezzo le prove che potrebbero accusarlo di aver approfittato del ragazzo. Ma poi Luca incontra a una festa una ragazza e si innamora di lei e nel ritornello si celebra la ‘rivelazione’ :Luca era gay, e adesso sta con lei, Luca parla con il cuore in mano, Luca dice sono un altro uomo“.

Io questa parte preferisco non commentarla neanche dai...

Lieto fine, dunque, con pensiero per i genitori ‘causa di tutto il suo malessere’: “Papà ti ho perdonato, mamma ti penso spesso ma adesso sono innamorato dell’unica donna che abbia davvero amato“.


Ci pensate voi a mandarlo a fare in culo o lo faccio io?

Moccia ha già comprato i diritti d'autore e sembra intenzionato a ricavarne un film straziante dal titolo "Scusa ma ti chiamo ricchione", Ferzan Ozpetek ha già preparato la nicchia per il prossimo oscar e Platinette si è candidata per il ruolo di Luca nel video musicale diretto da Garrison.


Ormai mi sa che parlare di omoricchioni o chiappechiaccherate come le chiama Insy è diventato di moda, il problema è che offendere le persone non dovrebbe essere contemplato.
Ma questo a mio insindacabile giudizio.

Ah!, per la cronaca, "Angela era femmina", magari riesco a guarire...