sabato 30 agosto 2008

Ad ogni cosa il suo nome.

Se c'è una cosa che non sopporto (ma vi assicuro che ne esiste più di una) è chi parla "fra virgolette".
Vi è mai capitato di vedere o parlare con uno che ad un certo punto anza le mani e con indice e medio mima le virgolette? Sicuramente si.
Ecco, io quelli li strozzerei, o quanto meno amputerei loro le dita.
Ma c'è una categoria che mi dà ai nervi con ancora più veemenza: i giornalisti che parlano "fra virgolette".
La prima cosa che ti insegnagno ad un qualsiasi corso di giornalismo (anche a quelli del Cepu) è che il requisito indispensabile per un qualsiasi giornalista è la chiarezza. Il bravo cronista deve scrivere in maniera semplice, limpida e comprensibile da tutti,: grandi, piccini e vecchi, laureati, appena scolarizzati e premi nobel. Non è - e non deve essere ammessa - nessuna deroga a questa regola fondamentale.

Ecco però che accade un aereo si incendi in fase di decollo a Madrid, e che uno dei morti sia uno steward italiano.
Accade che Domenico Riso, questo il suo nome, si trovasse su quell'aereo con il compagno Pierrick e con il figlio di lui, Ethan.
Una famiglia unita, solida, come tante altre.






































Ma non per i giornali italiani.
Da noi, nella nostra italietta bigotta, baciapile ed ipocrita non ci si può permettere di dare un qualsivoglia riconoscimento di fatto ad una famiglia del tipo non convenzionale (una no-family day, del resto qui non c'erano almeno due matrimoni a testa, quattro amanti con figli a carico e compagnia cantante), ecco allora che Domenico improvvisamente viene ammazzato una seconda vedendosi negare, quasi come a nascondere una vergogna, la legittimità dei suoi affetti.
Tutti i più autorevoli giornali italiani hanno indicato Pierrick, il compagno di Domenico, come "il suo migliore amico" o "il suo convivente", ma il massimo lo ha raggiunto "il Corriere" (Ohhhh, dico, "Il Corriere", non "la Gazzetta del Paesedelbucodiculo") con un pezzo di Giusi Fasano, che li ha definiti "famiglia", riparando il sacro sostantivo con delle virgolette ipocrite come le lacrime di Valentina Vezzali alle ultime olimpiadi.

Un condensato di ovvietà e stereotipi dell'uomo gaio a gogò: il relegare l'omosessualità ad una mera faccenda sessuale e fisica, slegata da qualsivoglia sfera affettiva ed emozionale, legata a doppia mandata al gusto pruriginoso per la sodomia e per pratiche perverse, come se un ghei in quanto tale non avesse biologicamente la possibilità di innamorarsi, provare le stesse gioie e dolori dell'amore che proviamo noi tutti, costruire un rapporto stabile e serio, creare una famiglia.
Il tutto - ovviamente - contornato dal chiacchericcio del paese d'origine, l'amore per la lirica e l'arte, senza dimenticare l'orecchino!! Segno distintivo da secoli della gaiezza di una persona!... ci mancavano solo il boa di struzzo e i tacchi alti e il vizietto era bello e servito.


Ma ci pensa poi "La Repubblica" con un editoriale di Merlo in risposta alla polemica (giustamente) innescata di Grillini a pubblicare uno dei più feroci pezzi omofobici mai scritti prima.




Una delle battute più celebri di Nanni Moretti è a mio avviso la seguente: "le parole... le parole sono importanti...".

Noi lo stiamo perdendo il significato delle parole, o peggio ancora, lo stiamo mutando, stuprando.
Così un mafioso diventa un "eroe"; una mancanza totale di volontà di opporsi alle porcate che combina il governo diventa "ricerca del dialogo"; Veltroni diventa addirittura "un politico" ed Elisabetta Gregoraci una "ragazza di sani principi".

E una bella famiglia come tante altre diventa una "famiglia".

Non c'è niente di più fastidioso, meschino e deprimente di quelle virgolette.
Il mio pensiero va ai genitori di Domenico, ai suoi amici e quanti ricorderanno degnamente lui, il suo compagno e il loro figlio.

sabato 23 agosto 2008

UUUUUUUAAAAAAGGGHHHHHH

No, niente, è che oggi mi sento così...

lunedì 11 agosto 2008

Sono malato...


Ciao amici della mia Angela,
io sono Paolo, e per la prima volta mi faccio vedere in tutto il mio splendore.
Qui la mia adorata mi sta riprendendo il giorno del mio primo compleanno mentre spadroneggiavo beato dentro e fuori il negozio.
Adesso sono malato... l'altro giorno la mia adorata mi ha portato da un signore con un camice di un colore strano che mi ha fatto respirare una strana aria che mi ha fatto dormire... e io prima di addormentarmi ricordo lei che mi teneva in braccio e piangeva, ma io mica capivo il perchè!
Poi quando mi sono svegliato lei era la che mi accarezzava, ed è stato bello svegliarmi con le sue coccole, e vi confesso che un po' ho goduto a vedere quell'altro in disparte mentre lei aveva occhi solo per me!
Pensate che quello la ha anche chiesto a quello strano signore del perchè non mi sta molto simpatico!
Ma dico io, serviva chiederlo? La Angela è mia e basta, per questo non mi sta simpatico! Quello le sta sempre appiccicato e pretende pure che io non mi incazzi se prova a toccarmi! Ma andiamo!
Adesso vado, vi devo lasciare che lei mi aspetta per farmi l'aerosol... mi piace farmelo fare perchè mi tiene in braccio e mi fa tantissimi grattini sulla testa... e poi ogni occasione è buona per stare in braccio alla mia amata e accoccolarmi sulle sue gambe!
A presto amici, salutatemi tutti i vostri compagni pelosi e pennuti!

sabato 2 agosto 2008

ECCOLO



Ho tra le mani questo aggeggio.
Per essere bello è bello...
Per essere pratico è pratico...
Per essere un condensato di tutto quello che ti serve lo è...
MA COME CAZZO SI IMPOSTA UN ACCOUNT DI POSTA ELETTRONICA?
EH? CHIAMO STEVE JOBS E ME LO FACCIO DIRE O SFANCULO A DESTRA E A MANCA?